FINALMENTE IL
CINEMA ITALIANO E’ RESUSCITATO!
Mai come
quest’anno il cinema di genere è tornato alla ribalta nel Bel Paese grazie a
film come “Veloce come il vento” di Matteo Rovere o al vincitore dei David
di Donatello “Perfetti sconosciuti”
di Paolo Genovese. Ma se c’è un film
che ha davvero fatto il botto, e non solo ai David (7 premi signori!), ma che
possiamo davvero considerarlo il manifesto della rinascita effettiva, è proprio
il film di cui parlerò quest’oggi.
Ladies and
gentlemen, per la regia di Gabriele
Mainetti, “Lo chiamavano Jeeg Robot”.
“Finalmente!” E’ la prima cosa, sinceramente
liberatoria, che ho pensato quando sono uscito dalla sala cinematografica per
vedere “Lo chiamavano Jeeg Robot”.
Finalmente,
in Italia, abbiamo deciso di osare e, soprattutto, con un risultato grandioso e
non mediocre come “Il ragazzo
invisibile”.
Gabriele Mainetti ha fatto delle scelte incredibili decidendo
di fare una specie di Drama/Gangster-movie che mi ha ricordato “Léon” di Luc Besson ibridandolo alla commedia e infilandoci dentro i
super-poteri da cinecomics hollywoodiani.
Il risultato
è INCREDIBILE: il miglior mix di generi degli ultimi anni e probabilmente il
migliore che si sia mai visto nel cinema italiano.
La scelta di
dare i super-poteri ad una persona sbagliata, in una città sbagliata, dentro a
delle acque, ahinoi, maleodoranti del caro e vecchio Tevere, è perfetta e di
una potenza, anche e soprattutto metanarrativa, impressionante.
La storia in
fin dei conti è abbastanza lineare e serve quasi da pretesto per far agire
insieme dei personaggi meravigliosi, che sono come piccole finestre che si
affacciano sulla nostra penisola.
Eh sì,
perché il vero punto forte di questo film sono i personaggi. Scritti
magistralmente ed interpretati anche meglio.
Il
protagonista Enzo Ceccotti, interpretato da un bravissimo Claudio Santamaria, è un ladruncolo che vive, anzi, sopravvive con
qualche furtarello qui e li. Una persona sbagliata, che per un puro caso ottiene
i poteri da un Tevere sporco e degradato. Un personaggio introverso che per
tutta la sua vita si è creato una corazza attorno a sé, usando frasi fatte fin
da quando era un ragazzino, per difendersi dall’”esterno”. Enzo non ha mai
voluto i super-poteri. Enzo non ha mai voluto il mondo sulle spalle. Enzo non
vuole apparire, al contrario della sua nemesi: Lo Zingaro.
E arriviamo
proprio a lui.
Lo Zingaro è
Il Personaggio, oltre ad essere il villain della pellicola. Probabilmente il
personaggio in cui ognuno di noi si è immedesimato. Un personaggio
macchiettistico ma al tempo stesso machiavellico. Un simil-Joker alla Ledger, fanatico delle
icone canore femminili italiane (la scena in cui canta “Un’emozione da poco” di
Anna Oxa è già un cult del cinema italiano). Un personaggio che pur di uscire
dalla merda in cui vive usa ogni sua
possibile arma a disposizione. L’interpretazione è incredibile. Luca Marinelli (nominato ai David di
quest’anno anche come miglior attore protagonista per “Non essere cattivo”) è un Attore della Madonna. E’ riuscito a dare
una caratterizzazione enorme ad un personaggio che per tre quarti di film è
quasi una macchietta a cui ogni cosa va male, mentre nell’ultima parte, dove la
trasformazione in villain puro e duro è completa, si mangia e si ricaga almeno
il 95% dei villain di casa Marvel e DC. Puro Carisma.
E poi c’è
Alessia. Un personaggio che mi ha toccato e coinvolto particolarmente. Ilenia Pastorelli (alla sua prima
esperienza come attrice) è stata bravissima ad interpretare una giovane donna
che è ancora bloccata all’infanzia. La storia del suo personaggio è dolcissima
e tristissima allo stesso tempo. Con la perdita della madre quand’era piccola e
con un padre sporco e delinquente, si rifugia nel cartone animato giapponese
“Jeeg Robot d’acciaio”. Tutto il suo mondo è visto con gli occhi di una
principessa intergalattica sempre in pericolo. E sarà proprio il suo esser
dolce, ingenua e bambinesca a far aprire Enzo e a fargli conoscere l’amore.
E anche qui
Mainetti ci stupisce, perché riesce a narrare una storia d’amore all’interno di
questo meraviglioso pur purr rid di generi. Una storia d’amore tra una
principessa intergalattica ed un anti-eroe chiamato Jeeg Robot che proprio per
amore fa girare una ruota panoramica un po’ sgangherata grazie ai suoi super-poteri.
Poesia metacinematografica.
Voglio
ringraziare, davvero di cuore, Mainetti per questa meravigliosa pellicola. Voglio
ringraziare Mainetti per aver osato al suo primo lungometraggio e per aver
creato un super-eroe del nostro cinema, perché il cinema italiano ha un bisogno
quasi disperato di super-eroi affinchè questa beneamata rinascita continui.
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