Si dice che
il primo amore non si scorda mai. Si dice che il primo amore, ogni volta che si
rincontra, faccia battere sempre il cuore e faccia venire i brividi. Se tutto
questo è vero, allora questo film è il mio primo amore ed è la pellicola che mi
ha trasformato da semplice spettatore cinematografico occasionale a vero e
proprio cinefilo. Sarà difficile parlare di questo film in maniera distaccata e
fredda, ma ci proverò lo stesso.
Ladies and
Gentlemen, per la regia di Christopher
Nolan, “Inception”.
“Qual è il parassita più resistente?
Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale?”. E’ in questo modo che ci viene
presentato il personaggio di Dom Cobb, interpretato da un tormentosissimo
Leonardo DiCaprio.
La risposta
alla domanda precedente, ormai dopo quasi sei anni dalla release del film di
Nolan, si dovrebbe conoscere: un’idea. Ma come fa un individuo a
credere fermamente a un’idea che non è stata concepita dalla propria mente?
Grazie all’innesto. Quello che deve fare Cobb è proprio questo: innestare un’idea
nel subconscio di un potente uomo d’affari e per fare ciò userà il mondo dei
sogni.
Inception
non è semplicemente un film, è un film dentro il film, è un film meta
cinematografico, è un film allegorico. Il tema del sogno è rappresentato come
una spirale in cui il mondo reale e quello onirico s’intrecciano su più
livelli, e il sistema su cui si basa l’universo creato da Nolan non è
nient’altro che un’allegoria sul cinema. Cobb (il regista), che con l’aiuto della
sua squadra (direttore della fotografia, del montaggio, cast ecc.), deve
innestare un’idea (il film) nella mente di un’altra persona (lo spettatore), e
per fare ciò ha bisogno di un mezzo: il sogno (lo schermo cinematografico). Lo
schermo della sala cinematografica non è altro che la proiezione del sogno
stesso. Tutto ciò viene ulteriormente confermato dal fatto che un film, a
differenza di un sogno, può essere condiviso, e proprio per questo motivo Nolan
decide di cambiare le regole del gioco, creando un universo in cui i sogni
possono essere condivisi con altre persone, proprio come un film.
Il tipo di
cinema di Nolan, si sa, disorienta con intelligenza e originalità lo
spettatore, accompagnandolo a mano a mano da una parte per poi spiazzarlo nel
finale. Per fare ciò impiega un montaggio pazzesco, anche estremo in alcuni
casi (“Memento”), rendendo la
concentrazione, elemento fondamentale per guardare i suoi film. "Inception" non è
da meno.
Nonostante nella prima parte i fatti sono raccontati con un montaggio
lineare, si viene, tuttavia, sballottati in questo mondo in cui sogno e realtà si fondono
e non conoscendo ancora le leggi che costituiscono il mondo onirico, saremmo,
almeno inizialmente, molto storditi. Nella seconda parte (non appena si
raggiunge il secondo livello di sogno) iniziamo a farci una prima idea di come
funziona il sogno e le sue leggi, ma è proprio in quel momento che Nolan caccia
dal suo arsenale il montaggio: i vari “piani onirici” si iniziano ad intersecare
tra loro, rendendo il tutto più dinamico e meno statico. Il montaggio diventerà
sempre più veloce, con una tensione crescente alimentata sempre più da due
fattori principali: il montaggio stesso (non a caso Premio Oscar 2011) e la
colonna sonora composta da Hans Zimmer,
che dimostra ogni volta di essere il Beethoven del cinema.
La
sceneggiatura, ideata e sviluppata dallo stesso Nolan per quasi dieci anni (dai
tempi di “Following”), funziona in
maniera impeccabile. Unisce il classico heist
movie con il sci-fi facendo risultare
il tutto credibile e mai scontato. I dialoghi sono scritti davvero bene e ben
dosati, e anche quelle due-tre battute comedy condiscono il film senza risultare
sgradevoli.
Tutte queste
componenti vengono abbracciate da una fotografia semplicemente perfetta (anche
qui Premio Oscar 2011). Fotografia per lo più fredda che da, alle scene che
dovrebbero essere in teoria più “calde”, quel tocco di malinconia e rimorso che
accompagnerà Cobb per tutto il film.
Infine, il
cast che Nolan mette in piedi è di prim’ordine. Ognuno perfetto per il ruolo
scelto. Leonardo DiCaprio, che
meriterebbe l’Oscar (oh che novità), interpreta un personaggio difficile,
tormentato e che ha perso in pratica tutto. Ellen
Page interpreta il personaggio di Arianna, al quale è stato affidato il
compito di progettare i vari scenari in cui il team verrà catapultato, che tra le altre cose è una
fantastica citazione all'Arianna mitologica che aiutò Teseo ad uscire dal
labirinto. Joseph Gordon-Levitt, Tom Hardy e Ken Watanabe formano delle ottime spalle per il protagonista. C’è,
come in ogni film di Nolan, il cameo del grandissimo Michael Caine e infine c’è lei, l’affascinante e sensualissima Marillon Cotillard, che interpreta Mal (in
francese significa “male”, mentre in ebraico “angelo”), la quale rappresenta la
personificazione del dualismo che permea quasi tutta la cinematografia Nolaniana, e non a caso è sia la dolce
metà di Cobb che la sua antagonista principale.
Che altro si
può aggiungere? Forse c’è da dire ancora tanto o forse no, ma una cosa è
sicura: con questo film Nolan è, di fatto, entrato con prepotenza nell’Olimpo
della cinematografia mondiale. Con Inception, Nolan ci ha regalato momenti adrenalinici come la scena d’azione
iniziale girata in maniera impeccabile, o momenti “WTF” come la scena finale con la trottola che è ormai un cult del
cinema moderno, o momenti emozionanti come il ritorno a casa di Cobb che riabbraccia i propri figli accompagnato dalle sonorità di Zimmer.
“The
dream is real” dice
la locandina, ed infatti Nolan ci ha regalato un sogno che ammiriamo ad occhi
aperti, una magnifica esperienza onirica, un Capolavoro reale.
Film veramente superlativo! Un cocktail di filosofia, azione, mistero, fantascienza e paradosso. Uno di quei film che segnano la storia del cinema
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Una pietra miliare del cinema.
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